Unity e GNOME 3 Shell, analisi e giudizi – PARTE 1: Unity

In un topic precedente, dopo aver espresso chiaramente la mia ostilità sia per Unity che per GNOME 3 Shell, avevo promesso che avrei provato bene entrambi gli ambienti desktop per poi decidere se la mia opinione iniziale era da ritrattare. Ebbene, ho mantenuto la parola provandole per qualche settimana e prendendo appunti sulla mia esperienza. Su questo articolo si parlerà di Unity, provata sull’ultima versione di Ubuntu: la 11.10.

Per chi non lo sapesse, Unity è un’interfaccia inizialmente adottata sulla versione Netbook di Ubuntu che è stata unificata con la versione Desktop contestualmente all’adozione dello stesso ambiente su quest’ultima.
Unity si presenta con un pannello superiore somigliante a quello del vecchio GNOME 2, nel quale vediamo le classiche icone di notifica, controllo volume, cambio utente, ecc, e una barra laterale a sinistra con diverse icone. La prima icona è ciò che sostituisce sia il classico menu di avvio delle applicazioni che i collegamenti sul desktop che, quindi, non sono più disponibili: niente più lanciatori, è tutto in un menu grande quanto tutto il desktop che si apre con la suddetta icona e che comprende le diverse categorie di programmi e per ciascuna di esse sia quelle installate che applicazioni “consigliate” disponibili per lo scaricamento, nonché un campo “giudizio”, anche se non capisco a cosa si riferisca. Le altre icone sulla barra verticale sostituiscono sia le icone di avvio veloce sul pannello che la barra delle applicazioni attive, un po’ come su Windows 7: sono presenti delle icone di programmi che si possono lanciare e altre compaiono per indicare applicazioni in esecuzione. Quelle in esecuzione “ridotte a icona” sono contrassegnate da una freccina e l’intera barra è scorrevole per ospitare varie icone. La barra si nasconde automaticamente quando lo spazio è necessario alle finestre e ricompare spostando il mouse sul bordo dello schermo.
Il pannello in alto diventa anche la barra del titolo e dei menu per l’applicazione attiva.

Dopo questa introduzione/descrizione, veniamo alle mie impressioni.
Certamente Unity è bella ed accattivante. Trae chiaramente spunto dai social network (i giudizi, i programmi consigliati) e si nota il tentativo di risparmiare spazio pensando ai tablet, sebbene la stessa premura non sia stata presa per quanto concerne le richieste hardware: Unity è pesantina.
Purtroppo però le mie critiche sono tante e sono legate in buona parte al fatto che per quanto un’interfaccia sia funzionale su un tablet non deve necessariamente esserlo su uno schermo che va da 19″ in su. Non critico l’interfaccia in sé, quindi, e nemmeno dico che un utente non dovrebbe poter scegliere di installarsela sul PC desktop, se davvero gli piace. Ma non capisco perché piazzarla come interfaccia di default, date le mancanze di cui a mio parere soffre e che ora vi espongo.

Per cominciare, la personalizzazione è decisamente ridotta. Niente aggiunta di pannelli, di gadget, modifiche dei comportamenti, del menu, ecc. Se installo un’applicazione manualmente, come faccio a crearmi un lanciatore? Magari sono io che non lo trovo, ma evidentemente la cosa non è così immediata.
E il menu? Su KDE posso addirittura scegliere che tipo di menu voglio, qui invece ce n’è solo uno e non mi piace: sul buon vecchio GNOME 2 cercare un programma era una cosa veloce e leggera, su Unity invece lo trovo piuttosto “faticoso”. Quel menu a tutto schermo non è precisamente rapido da sfogliare, per quanto bello possa sembrare a prima vista. E l’avvio veloce? Nella barra laterale si possono mettere un sacco di programmi, ma quando ci sono molti programmi “preferiti” e molti in esecuzione che non sono fra essi, l’esperienza diventa un po’ frustrante, perché siamo costretti a far scorrere su e giù la barra e cercare l’icona giusta.
Poi, che fine hanno fatto i menu Risorse e Sistema? Erano così comodi! C’è solo il bottone per aprire la cartella home nella barra a sinistra.
Ho accennato prima al fatto che i menu dell’applicazione si integrano nel pannello superiore. Non è una cosa prioritaria, ma è comunque una scelta da tablet che sul PC a mio parere limita un po’.
È poi sparita anche la possibilità di installare gadget, come già accennato: dal pannello di GNOME 2 potevo tenere sotto controllo l’utilizzo della CPU e tante altre cose semplicemente installando delle piccole applet. Sembrerà una fesseria, ma perché privarsene vista la comodità e la versatilità?
Infine, i “programmi consigliati” mi lasciano dubbioso. Se mi serve un programma me lo vado a cercare in base alle funzioni di cui ho bisogno. A che mi serve avere quattro programmi consigliati in modo pseudocasuale? E guai se non fosse una cosa casuale: ci manca solo che Ubuntu cominci a raccogliere dati sulle nostre abitudini come Windows! E il “giudizio”? Magari sono io, ma non mi sembra una cosa degna di un sistema operativo serio.

Insomma, potranno sembrare cosette a cui ci si può abituare, ma c’è in generale questo senso di pesantezza e scomodità. Non mi sento più tutto sottomano come prima. Unity, per quanto mi riguarda, è bocciata. Naturalmente aspetto altri pareri, anche discordi. Intanto vi do appuntamento alla seconda parte, con l’analisi di GNOME 3 Shell.

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