Unity e GNOME 3 Shell, analisi e giudizi – PARTE 2: GNOME

Con mostruoso ritardo, ecco la seconda parte della mia analisi delle nuove interfacce.
Questo è il turno di GNOME 3 Shell, provato su Fedora 16.

Vediamo per prima cosa come si presenta questa evoluzione di GNOME.
Sulla parte superiore dello schermo è presente un pannello con le icone per la regolazione del volume, le opzioni per la rete e il menu con i soliti bottoni per l’uscita, il cambio utente, gli account online (che non so di preciso a che servano), ecc. Al centro vi è l’orologio e l’indicazione di che giorno è. A sinistra compare il menu “Attività” che sostituisce i tre classici “Applicazioni/Risorse/Sistema” ed anche la barra delle applicazioni. Cliccandoci sopra infatti troviamo le schede “Finestre” e “Applicazioni”. La prima contiene tutti i programmi in esecuzione e la seconda le applicazioni installate. Questa scheda a sua volta è divisa in categorie (Tutti i programmi, Accessori, Internet, ecc). Le icone sono grandi, come del resto il menu stesso che occupa tutto lo schermo, nell’attuale ottica tablet-oriented. A sinistra del menu compare una barra verticale con i programmi preferiti. La scheda Finestre presenta a destra un’ulteriore barra verticale che consente di passare ad altri spazi di lavoro. In basso, infine, trovano posto le notifiche. A questo proposito, possiamo notare che qualsiasi notifica dai programmi compare spuntando dal basso dello schermo anziché in un riquadro su un angolo come nella vecchia Gnome.
Dalle finestre scompaiono i bottoni per la minimizzazione e l’ingrandimento/ripristino. Rimane solo la classica X per chiudere. Le altre due funzioni estano comunque disponibili in un menu che compare cliccando col tasto destro sul bordo superiore della finestra. Manca la possibilità di aggiungere gadget al pannello e scompare qualsiasi icona dal desktop, anche salvando dei documenti nell’apposita cartella.
Infine, esiste il modo di avere un desktop classico, che compare specialmente quando l’hardware non è sufficiente ad eseguire la shell, ma sembra una versione ridotta del vecchio desktop: mancano tutte le possibilità di personalizzazione che c’erano una volta!

Venendo alle mie impressioni, ho trovato GNOME 3 Shell più maneggevole e gradevole di Unity: sebbene i requisiti hardware siano alti non sembra avere quel senso di pesantezza che ho criticato a quest’ultima. Inoltre l’organizzazione è a mio parere più razionale. Rimangono tuttavia dei difetti che possono essere decisamente sgraditi. Per prima cosa mancano le possibilità di personalizzazione: niente gadget, niente icone del desktop e quant’altro. Un menu così grande inoltre è decisamente scomodo, come ho ampiamente criticato sia a Unity che a Metro (Windows). Personalmente preferirei avere sempre sottomano le applicazioni ed i collegamenti che utilizzo di più, senza dover aprire e chiudere menu. Inoltre gradisco molto aggiungre funzionalità con applet varie.
Si dice che future versioni miglioreranno, ma non so cosa bolla in pentola.
Mi manca insomma il buon vecchio GNOME, pertanto continuerò a suggerire Xfce e KDE. Una recensione della prima l’ho fatta e ve ne regalerò una anche sul secondo. Inoltre la nuovissima Mint 12 promette bene, utilizzando GNOME 3 ma aggiungendovi caratteristiche proprie, quindi vi darò una descrizione anche di quest’ultima!

Concludendo, nessuna di queste due nuove interfacce mi convince e non utilizzerò nessuna delle due, ma il mio giudizio è leggermente più favorevole nei confronti di GNOME 3 Shell. Fra l’altro, la classifica di distrowatch dimostra che molti utenti sono delusi da questi desktop e hanno preferito Mint a Ubuntu ma anche ad altre distribuzioni. Staremo a vedere come si evolveranno le cose.

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