Recensione Linux Mint 13 “Maya” Cinnamon e MATE

A poca distanza da Linux Mint 12 “Lisa”, ecco la versione 13 “Maya”, che è anche a lungo supporto. Ho iniziato a scrivere questa recensione quando è uscita la precedente, ma non l’ho mai finita per mancanza di tempo, ma forse è meglio, così posso evitare di basare le mie impressioni su quella che ho ritenuto essere una specie di prova generale.
Mint 12 ha portato con sé due grandi novità: l’adozione di GNOME 3 con alcune interessanti modifiche e il debutto assoluto di MATE, un fork di GNOME 2 che consente di usare il vecchio ambiente sulle nuove versioni di Mint. In effetti per quest’ultimo è strano parlare di debutto, dato che sta a GNOME come Trinity sta a KDE, ma pur essendo la riesumazione di qualcosa che sarà ufficialmente abbandonato, è pur sempre una novità. La versione 13 ora separa completamente le due edizioni di Mint, sostituendo a GNOME 3 un proprio fork chiamato Cinnamon. Ho deciso di provare sia la versione Cinnamon che quella MATE per vedere quali sono le novità introdotte dagli sviluppatori di Mint e le impressioni nell’utilizzare i due ambienti.
Per maggiori informazioni vedi http://linuxmint.com/rel_maya_whatsnew.php

Incominciamo da Cinnamon. Mentre su Mint 12 la nuova shell di GNOME 3 era “riveduta e corretta” attraverso una serie di estensioni, chiamate MGSE (Mint Gnome Shell Extensions) che eventualmente possono essere disattivate per avere un GNOME 3 puro, Cinnamon è dotato da sè di nuove caratteristiche.
Per prima cosa, vediamo un pannello nella parte bassa dello schermo con un menu simile a quello classico di Mint, l’icona “Mostra desktop”, i lanciatori di alcune applicazioni, barra delle applicazioni, data, ora, mixer, rete e le solite altre icone. Al pannello possiamo anche aggiungere delle applet, come si faceva in GNOME 2.
Il menu di Mint è decisamente in tema con GNOME 3, anche se molto più razionale di quella roba a tutto schermo che la shell offre. Compaiono i preferiti a sinistra, mentre al centro abbiamo i gruppi di applicazioni (grafica, ufficio, musica, ecc) ed a destra i programmi del menu selezionato. In alto abbiamo la barra per le ricerche, in modo da poter trovare comodamente un programma cercato. Dalla precedente versione di Mint il menu è diventato molto più personalizzabile, con la possibilità di gestirne direttamente le applicazioni, l’aggiunta di applicazioni ai preferiti, ecc.
Col bottone “Cinnamon Settings” nel menu possiamo cambiare varie caratteristiche nel nostro ambiente e persino passare a un layout a doppio pannello come sulle vecchie versioni di Ubuntu.
Sono presenti anche degli effetti grafici abbastanza gradevoli ed utilizzabili anche su PC senza grandi capacità o disattivabili per guadagnare un po’ di prestazioni.

Veniamo ora alla versione MATE. Non c’è molto da dire, dato che si tratta del buon vecchio Mint che abbiamo conosciuto per anni, col sempre ottimo GNOME 2. Attualmente questa distribuzione dovrebbe essere l’unica che consente di avere l’ambiente a cui molti erano abituati (anche chi era abituato a Ubuntu, dato che si può sempre aggiungere il pannello superiore col menu classico) senza rinunciare alla piena compatibilità con tutto ciò che è uscito nel frattempo e senza dover usare trucchi o desktop alternativi. MATE infatti sarà sempre aggiornato per funzionare sulle nuove versioni del sistema. Interessante notare che nel mio caso MATE ha funzionato meglio del vecchio GNOME 2 sul PC su cui ho fatto la prova. Con Ubuntu e derivate infatti c’era sempre qualche elemento dell’ambiente che andava in crash.

Conclusione
Sono decisamente contento di Mint 13. La versione precedente imboccava la buona strada ma aveva ancora molti dettagli che mi facevano pensare che ci fosse tanto lavoro da fare prima che il passaggio ai nuovi ambienti fosse davvero maturo. Ad esempio, insieme al pannello classico, a cui mancavano molte cose, compariva anche quello superiore di GNOME 3 e l’effetto era un pugno nell’occhio!
Riscrivendo questo articolo alla luce dell’uscita di Maya ho cancellato un bel pezzo in cui descrivevo queste perplessità, perché sono stati fatti molti passi avanti e mi aspetto che nel futuro ci sia un Cinnamon ancora più personalizzabile e MATE sempre fresco grazie al supporto della squadra di Mint. Il primo unisce secondo me tutte le caratteristiche migliori del vecchio e il nuovo desktop di casa GNOME (non dimentichiamo che possiamo usare anche le estensioni della versione 3), mentre il secondo è un ambiente più leggero ed adatto a chi non vuole cambiare le abitudini.
In definitiva, consiglio Mint a tutti gli scontenti di Ubuntu (sia in versione Unity che in GNOME 3 Remix) e a chi vuole un sistema un po’ diverso da molte altre distribuzioni Linux ma pur sempre facilissimo da usare. Se poi i due Desktop descritti non vi soddisfano, c’è anche le versione KDE!
Solo un suggerimento: cambiate il motore di ricerca su Firefox perché la versione personalizzata di Yahoo adottata non serve a nulla!

Screen Cinnamon:

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Screen MATE:
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E per finire, qualche screen fatto durante la prima stesura di questo articolo, quindi di Mint 12, così possiamo giocare a “Trova le differenze”!

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Da notare che i widget che avete visto negli ultimi screen non sono inclusi nel desktop di base, ma sono screenlets che ho provveduto a installare per verificarne la compatibilità con GNOME 3. Se vi piacciono, sappiate che funzionano bene, quindi installatele pure!

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