La notizia delle risposte irriverenti sulla pagina Facebook dell’INPS ai quesiti sul reddito di cittadinanza è di qualche giorno fa e, finita la curiosità per il fenomeno, è ormai già vecchia e archiviata. Queste sono le tempistiche del web, ove tutto è presto dimenticato e nulla cambia. Ma forse qualche parolina è il caso di spenderla.
Non solo per la notizia del ricovero della sventurata addetta alle risposte per non aver retto allo stress. Per chi ha lavorato in una qualsiasi assistenza clienti, la durezza del lavoro non è una novità e i gravi cedimenti nervosi di chi sta dietro le quinte dell’immondezzaio delle reti sociali sono una delle tante notizie archiviate. E nemmeno per il dibattito sull’educazione o per qualche polemica successiva per cui non sta bene ridere di qualcuno meno esperto e forse meno fortunato mentre si trova in difficoltà – visione che condivido in parte. Solo in parte, perché ho visto palesi casi di pigrizia nel seguire le istruzioni e di fronte all’ignoranza volontaria non provo molta pietà.
La cosa che meriterebbe più attenzione di quella effettivamente avuta è la gestione dell’assistenza su qualcosa di così delicato affidata ad una persona costretta a lavorare con una piattaforma non adatta allo scopo, qual è Facebook
INPS, troll ed ignoranza informatica
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