
Per ben 7 anni non ho avuto la televisione in casa: dato che l’offerta televisiva classica non m’interessava, mi sono sempre arrangiato con le varie piattaforme video (streaming, on-demand) e i DVD su computer.
L’arrivo delle TV intelligenti ha cambiato le cose, permettendoci di continuare a guardare quello che più ci piace su Internet seduti comodi sul divano senza la necessità di assemblare per questo un media center da connettere al televisore. L’ultimo Cyber Monday dunque ho approfittato di un’offerta per comprare una di queste famose Smart TV.


cioè la possibilità di votare su Internet le proposte per la propria città, regione o nazione, ma anche di estendere questo meccanismo alle elezioni amministrative, referendum, ecc. La proposta è ovviamente allettante, ma temo sfortunatamente che molti dei suoi promotori non sappiano assolutamente niente su come funziona una rete o anche solo il tablet che tengono fra le mani. Se così fosse, andrebbero molto più cauti, a meno che non facciano finta di nulla, il che sarebbe più grave. Vorrei spiegare brevemente e con un linguaggio più semplice possibile per quali ragioni questa proposta andrebbe abbandonata o per lo meno ridimensionata e relegata a questioni minori.
Questo articolo è decisamente lontano dai temi che affronto normalmente. Tuttavia, l’argomento trattato nel libro in questione è a me caro, essendo il sottoscritto un ex writer, ed inoltre avevo promesso un commento agli autori del libro, quando avessi finito di leggerlo, e così sto mantenendo la parola. Per iscritto, perché sono molto più bravo a scrivere che a parlare, e in pubblico, perché mi fa piacere condividere le impressioni che una lettura mi lascia. Il libro è Graffiti, di